Terremoto, l'Emilia quattro mesi dopo
L'Emilia è
ancora scossa. Dopo quattro mesi dal terremoto che ha sconvolto la regione,
tutto è rimasto come l'avevamo lasciato a fine maggio scorso, centri storici
transennati, macerie di edifici crollati e tanta paura di tornare ai propri
edifici. Nelle zone più critiche della campagna tra Reggio e Modena una casa su
dieci non ha il tetto.
È la realtà di chi vive nei paesi dell'Emilia Romagna ancora in ginocchio. Dove
le persone non si perdono d'animo, confidando in quei fondi pubblici che per
ora sono bloccati. O in quella benedetta manovra finanziaria del Governo da
12-15 miliardi di euro per tutte le aree colpite dal sisma.
La vita nei container di chi ha perso la casa e non ha parenti che
lo ospitano è doloroso perché il terremoto colpisce tutti: ricchi e meno
ricchi, politici e impiegati, banche e bar. A Reggiolo, 9mila abitanti in
provincia di Reggio Emilia, il Comune ha lasciato il municipio instabile e si è
messo sotto i tendoni e dentro i box in piazza.
Lo stesso a
Novi di Modena. Il municipio è inagibile dopo le scosse. Assi di legno
incrociate sulle finestre, come la città fantasma di un film western. Silenzio
nel corso principale transennato. Vasi di piante secche davanti ai negozi
spenti. In paese ci sono 1.700 persone che hanno chiesto un contributo per
ristrutturare la propria casa. Almeno un migliaio invece è rimasto senza. Il
pensiero degli anziani va ai più giovani. C'è un coro di mondine, a Novi, che è
un'istituzione. Una vita di fatica avanti e indietro dalle risaie piemontesi.
Donne di novant'anni con i piedi ancora nell'acqua che nemmeno le scosse sono
riuscite a spaventare, ma vedere la torre crollare sì. Era il segno che
bisognava ricominciare. Non tanto per loro, "che la vita bene o male l'han
fatta", ma per i nipoti. Chi viene dopo. I giovani. A Reggiolo, priorità
alla scuola materna e all'asilo nido, messi in sicurezza con 160mila euro di
Cariparma. Altri 160mila sono stati impiegati a Novi per tirar su una nuova
sede per la filarmonica musicale vecchia come l'Italia unita, per tramandare
l'arte agli studenti Che ora
fanno lezione negli spogliatoi dello stadio. Tanto in campo
non si gioca, c'è in mezzo una tendopoli.A Cavezzo, sempre nel Modenese, la nuova scuola media verrà consegnata a metà novembre, con tempi d'emergenza: pronta in 40 giorni, i lavori sono appena partiti. Prefabbricata, antisismica, ospiterà 250 studenti che ora si arrangiano in tende e campi sportivi coperti. Anche a Moglia nel mantovano ci sono situazioni di emergenza! L’anno scolastico è cominciato nelle tende e in strutture provvisorie. Quanto ci sentiamo fortunati noi studenti di Miradolo che abbiamo aule e ambienti confortevoli. Anzi! Al più presto ci consegneranno la nuova scuola che è già in costruzione (prossimamente vi mostreremo alcune foto). C’è una proposta di progetto in corso! Un gemellaggio tra noi ragazzi di Miradolo e gli studenti di Moglia! Alla prossima per saperne di più.
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