giovedì 4 ottobre 2012


Terremoto, l'Emilia quattro mesi dopo

L'Emilia è ancora scossa. Dopo quattro mesi dal terremoto che ha sconvolto la regione, tutto è rimasto come l'avevamo lasciato a fine maggio scorso, centri storici transennati, macerie di edifici crollati e tanta paura di tornare ai propri edifici. Nelle zone più critiche della campagna tra Reggio e Modena una casa su dieci non ha il tetto.

È la realtà di chi vive nei paesi dell'Emilia Romagna ancora in ginocchio. Dove le persone non si perdono d'animo, confidando in quei fondi pubblici che per ora sono bloccati. O in quella benedetta manovra finanziaria del Governo da 12-15 miliardi di euro per tutte le aree colpite dal sisma.

La vita nei container di chi ha perso la casa e non ha parenti che lo ospitano è doloroso perché il terremoto colpisce tutti: ricchi e meno ricchi, politici e impiegati, banche e bar. A Reggiolo, 9mila abitanti in provincia di Reggio Emilia, il Comune ha lasciato il municipio instabile e si è messo sotto i tendoni e dentro i box in piazza.

Lo stesso a Novi di Modena. Il municipio è inagibile dopo le scosse. Assi di legno incrociate sulle finestre, come la città fantasma di un film western. Silenzio nel corso principale transennato. Vasi di piante secche davanti ai negozi spenti. In paese ci sono 1.700 persone che hanno chiesto un contributo per ristrutturare la propria casa. Almeno un migliaio invece è rimasto senza. Il pensiero degli anziani va ai più giovani. C'è un coro di mondine, a Novi, che è un'istituzione. Una vita di fatica avanti e indietro dalle risaie piemontesi. Donne di novant'anni con i piedi ancora nell'acqua che nemmeno le scosse sono riuscite a spaventare, ma vedere la torre crollare sì. Era il segno che bisognava ricominciare. Non tanto per loro, "che la vita bene o male l'han fatta", ma per i nipoti. Chi viene dopo. I giovani. A Reggiolo, priorità alla scuola materna e all'asilo nido, messi in sicurezza con 160mila euro di Cariparma. Altri 160mila sono stati impiegati a Novi per tirar su una nuova sede per la filarmonica musicale vecchia come l'Italia unita, per tramandare l'arte agli studenti Che ora fanno lezione negli spogliatoi dello stadio. Tanto in campo non si gioca, c'è in mezzo una tendopoli.
A Cavezzo, sempre nel Modenese, la nuova scuola media verrà consegnata a metà novembre, con tempi d'emergenza: pronta in 40 giorni, i lavori sono appena partiti. Prefabbricata, antisismica, ospiterà 250 studenti che ora si arrangiano in tende e campi sportivi coperti. Anche a Moglia nel mantovano ci sono situazioni di emergenza! L’anno scolastico è cominciato nelle tende e in strutture provvisorie. Quanto ci sentiamo fortunati noi studenti di Miradolo che abbiamo aule e ambienti confortevoli. Anzi! Al più presto ci consegneranno la nuova scuola che è già in costruzione (prossimamente vi mostreremo alcune foto). C’è una proposta di progetto in corso! Un gemellaggio tra noi ragazzi di Miradolo e gli studenti di Moglia! Alla prossima per saperne di più. 

                                                                                                                   Marius e Claudio

                                                                                             

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