Ciao!!! Lo sai cosa è successo nella nostra scuola? NO, VERO? Ora ti raccontiamo.
Noi di solito siamo tranquilli e non combiniamo guai, ma questa volta... delle nostre compagne , durante una lezione noiosa ,hanno avuto la brillante idea di scrivere sulle porte dei bagni delle ragazze domande e risposte non sempre garbate e gentili.
Questo fatto è andato avanti per un po' di tempo, tanto che alcune ragazze all'intervallo andavano a leggere il "Notiziario scolastico".
Molte ragazze avevano scambiato le porte interne per lavagne, al punto che alcune di loro che l'altro giorno stavano andando in bagno normalmente, senza scrivere nulla, sono state accusate da altre che hanno fatto la spia!!! Prof e personale le hanno convocate per farsi spiegare le motivazioni di quel gesto di puro "vandalismo" e si sono sentiti dire che le porte servivano per scambiarsi messaggi.
Le ragazze sono state sgridate molto severamente, ma hanno chiesto immediatamente scusa, hanno pulito i bagni, hanno scritto una lettera nella quale chiedevano scusa per non aver capito che le regole vanno rispettate sempre, che il rispetto per le strutture che appartengono alla comunità deve essere , se possibile, maggiore del rispetto che si deve alle proprie "cose" e hanno capito di aver sbagliato.
Da questa scemenza (da non prendere ad esempio) abbiamo imparato che è meglio ascoltare le lezioni noiose che scrivere su i bagni!
Non vi consigliamo l'esperienza!E' stata piuttosto umiliante!!!!!!!!!!!!!!!!
Alcune ragazze di prima media
le porte dei bagni dovrebbero essere tenute sempre così!!!!!!!!!!!!
PRESIDE VIETA GITA A ALUNNO DOWN, COMPAGNI SI RIBELLANO. RIFIUTO RAGAZZI DI PARTECIPARE A VIAGGIO SENZA LORO COMPAGNO
La preside vieta la partecipazione ad una gita di uno studente down ed i compagni del ragazzo si ribellano, rifiutandosi di fare il viaggio senza il loro compagno ed ottenendo cosi' la riammissione del giovane disabile. La vicenda e' stata resa nota dall'avvocato Ida Mendicino, che e' la responsabile del Coordinamento regionale della Calabria per l'integrazione scolastica. L'episodio risale allo scorso mese di gennaio ed e' accaduto in una scuola media di Catanzaro.
Il ragazzo down al centro della vicenda si e' sempre ben integrato nell'attivita' scolastica, ottenendo anche, grazie al lavoro degli insegnanti di sostegno, un buon profitto. In piu' ha un ottimo rapporto con gli altri studenti, che lo hanno sempre aiutato e circondato di grande affetto. Proprio per questo la decisione della dirigente scolastica di escluderlo dalla gita ha provocato la ribellione dei compagni, che sono riusciti alla fine a farlo riammettere al viaggio, che si e' svolto poi regolarmente. La discutibile iniziativa delle dirigente, tra l'altro, aveva suscitato anche la reazione dei genitori del ragazzo down, che avevano denunciato la vicenda alla polizia. L'avvocato Mendicino definisce il comportamento dei compagni dello studente ''un segnale importante di cambiamento in una generazione spesso tacciata di eccesso di individualismo e di scarso senso di solidarieta''' e rivolge ''un plauso ai ragazzi, che si sono dimostrati - afferma - vera speranza di maturazione del tessuto sociale rispetto agli esempi che spesso provengono dal mondo dei grandi''. Il comportamento della preside, tra l'altro, secondo l'avvocato Mendicino, viola le note ministeriali secondo le quali ''le gite rappresentano un'opportunita' fondamentale per la promozione dello sviluppo relazionale e formativo di ciascun alunno e per l'attuazione del processo di integrazione scolastica dello studente diversamente abile, nel pieno esercizio del diritto allo studio''. Successivamente alla sua decisione di escludere lo studente down dalla gita, la dirigente, ha riferito ancora Ida Mendicino, ha aggravato la propria posizione esprimendo ai docenti l'intenzione di non autorizzare in futuro alcuna uscita dello studente affetto da sindrome di Down. In piu' la dirigente ha chiesto ai compagni di classe di non fare sapere al ragazzo le date delle gite in programmazione, motivando tale richiesta con la scarsa capacita' del giovane disabile di apprendere a causa della sua infermita' genetica. Un comportamento cui ha fatto da contraltare la significativa reazione dei compagni di classe del ragazzo down.
Martedì 23 novembre 2010 si è svolta la giornata dei diritti dei bambini nella sala Papa Giovanni Paolo II.Noialunni di 2°A abbiamo fatto due testi che trattavano il tema della giornata:”Era destino” e “Non è mai troppo tardi”. Il primo parlava di due fratelli nati orfani. Uno si chiamava Leonardo ed era ricco, l’altro si chiamava Paolo, ed era povero. Un giorno Leonardo incontrò per strada un bambino, che gli disse di non avere nè casa nè cibo, allora Leonardo ne parlò con il padre e grazie a lui gli trovò abitazione. L’altra storia parlava di tre fratelli russi, tra cui Sergei, che lavoravano nei campi invece di andare a scuola. Un giorno Sergei incontrò un professore che gli chiese di iscriversi a scuola, ma lui disse di non poterci andare. Il professore allora andò a parlare con i suoi genitori ma il padre gli disse che loro avrebbero dovuto lavorare e la scuola di certo non li avrebbe aiutati, ma il professore gli spiego il bisogno di andare a scuola e ciò che il figlio poteva trarne in vantaggio; e lo convinse.
In occasione della giornata dei diritti dei bambini, noi alunni della scuola di Miradolo Terme abbiamo organizzato uno spettacolo. Noi alunni di 2°B ci siamo soffermati sul diritto al gioco. Il nostro intervento parlava infatti di un ragazzo nuovo conosciuto nell’ora di fisica. Egli proveniva dal Pakistan.Ha incominciato a giocare a palla prigioniera con noi. Ad un certo punto il nuovo arrivato si isola.Ad un tratto una nostra compagna ha letto sul pallone “made in Pakistan”, Yasir corse negli spogliatoi piangendo, tutti preoccupati ci chiedemmo perplessi cosa avesse. Dopo qualche minuto uscì dagli spogliatoi e iniziò a raccontarci la sua triste storia: parlava di un passato molto doloroso,ci raccontò che tempo fa lavorava in una fabbrica di palloni e quello proveniva proprio da lì. Così noi ci impegnammo ad organizzare un torneo di palla prigioniera per raccogliere fondi per aiutare altri bambini in queste condizioni.
Esistono diversi tipi di bullismo, che si dividono principalmente in bullismo diretto e bullismo indiretto.
Il bullismo diretto è caratterizzato da una relazione diretta tra vittima e bullo e a sua volta può essere catalogato come:
bullismo fisico: il bullo colpisce la vittima con colpi, calci o spintoni, o la molesta sessualmente;
bullismo verbale: il bullo prende in giro la vittima, dicendole frequentemente cose cattive e spiacevoli o chiamandola con nomi offensivi, sgradevoli o minacciandola, dicendo il più delle volte parolacce e scortesie;
bullismo psicologico: il bullo ignora o esclude la vittima completamente dal suo gruppo o mette in giro false voci sul suo conto;
cyberbullying o bullismo elettronico: il bullo invia messaggi molesti alla vittima tramite sms o in chat o la fotografa/filma in momenti in cui non desidera essere ripreso e poi invia le sue immagini ad altri per diffamarlo, per minacciarlo o dargli fastidio.
Il bullismo indiretto è meno visibile di quello diretto, ma non meno pericoloso, e tende a danneggiare la vittima nelle sue relazioni con le altre persone, escludendola e isolandola per mezzo soprattutto del bullismo psicologico e quindi con pettegolezzi e calunnie sul suo conto.
Una prima distinzione di variabili di bullismo è in base al sesso del bullo: i bulli maschi sono maggiormente inclini al bullismo diretto, mentre le femmine a quello indiretto.
Per quanto riguarda invece l'età in cui si riscontra questo fenomeno, si hanno due diversi periodi. Il primo tra i 12 e i 14 anni di età, mentre il secondo tra i 14 e i 18, ma negli ultimi anni si sono riscontrati fenomeni di bullismo anche tra i ragazzi di 11 e 12 anni.
Infine i luoghi teatro di fenomeni di bullismo sono principalmente luoghi di raccolta di giovani, e quindi scuola e fuori scuola.
Le cause primarie di questo fenomeno sono da ricercarsi non solamente nella personalità del giovane bullo, ma anche nei modelli familiari sottostanti, negli stereotipi imposti dai mass- media, nella società di oggi a volte disattenta alle relazioni sociali.
L'enorme eco che gli episodi di bullismo hanno ottenuto in quest'ultimo anno sui mass-media segnala la diffusione, nell'opinione pubblica, di una crescente consapevolezza del problema.
È di fondamentale importanza, infatti, che tutti riconoscano la gravità degli atti di bullismo e delle loro conseguenze per la crescita sia delle piccole vittime, che nutrono una profonda sofferenza, sia dei piccoli prevaricatori, che corrono il rischio di intraprendere percorsi caratterizzati da devianza e delinquenza. Ma è troppo facile parlarne così, dire o classificare ciò è troppo poco. Servirebbe parlarne in prima persona, il punto è affrontare la causa del bullismo, sradicarlo dal bullo, perchè non è del tutto sua la scelta. Un bambino non inizierà mai a picchiare il compagno se non lo ha visto, imparato o conseguito da altri. Non bisogna pensare che sia tutto così superficiale, è una catena di sentimenti che parte da un'esperienza del "bullo" e infonde la sua rabbia o repressione, o dolore, o qualsiasi negatività su altri come per liberarsene o sfogarsene in qualche modo. Purtroppo la reazione a catena porta sofferenza fisica e morale sia al bullo che al "malcapitato". Il bullo non esiste se non esiste vittima, perchè se comunque ci si ribellasse, il bullo non avrebbe più questo sfogo aggressivo.
"Mi chiedo cosa provino, senza diritto di parola, senza espressione, con quella sofferenza che giorno per giorno corrode come acido. Non conosco l'esperienza sulla mia pelle, ma posso immaginare per altri motivi la prova da superare, perchè non è di certo facile. Non è giusto rimanere avvolti nella nebbia di chi non vede l'aiuto che spera, perchè non parlando la nebbia certamente non si dissolverà, e ci si sveglierà con la nebbia all'alba e al tramondo, e durante la notte le stelle non illumineranno il cielo. E' triste dirlo ma è così, più pianto che pioggia."
ECCO UNA NOTIZIA CHE CI HA FATTO RIFLETTERE !!!!!!!!!
Varese, 15 febbraio 2011 - È stato arrestato la notte scorsa dai carabinieri della Stazione di Sesto Calende, in provincia di Varese, per stalking un 28enne che perseguitava dallo scorso novembre la sua ex, inviandole sms di minaccia e pedinandola. L'ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari è stata emessa dalla procura di Busto Arsizio, a seguito delle indagini dei carabinieri di Sesto Calende. Il 28enne mandava sms con minacce e insulti alla sua ex convivente, la pedinava e la seguiva anche sul posto di lavoro, obbligandola a intrattenersi con lui e impedendole di allontanarsi. Comportamenti persecutori che duravano dallo scorso novembre. La vittima, costretta a cambiare le sue normali abitudini di vita, evitava di uscire di casa o si faceva accompagnare al lavoro dai colleghi nel timore di incontrare il suo stalker. Era arrivata anche a cambiare il numero di cellulare. L'uomo è ora agli arresti domiciliari nella sua casa di Lonate Pozzolo, in provincia di Varese
Stalking è un termine inglese che indica una serie di atteggiamenti tenuti da un individuo che affligge un'altra persona, perseguitandola ed ingenerandole stati di ansia e paura, che possono arrivare a comprometterne il normale svolgimento della quotidianità. Questo tipo di condotta è penalmente rilevante in molti ordinamenti; in quello italiano la fattispecie è rubricata come atti persecutori, riprendendo una delle diverse locuzioni con le quali è tradotto il termine stalking. Il fenomeno è anche chiamato sindrome del molestatore assillante.
Video conclusivo ”Tutti gli zero del mondo” http://www.youtube.com/watch?v=O73jwt0YLBE&feature=related
Alunni e docenti della sede di Miradolo Terme
Perché una giornata che ricordi i diritti dell’infanzia?
Viviamo in un mondo in cui sembra che i bambini siamo amati ed accuditi, in cui nessuno sembra mettere in discussione il fatto che abbiano diritto ad una casa ed alla protezione. Apparentemente. Genitori e nonni si preoccupano della loro salute,di farli crescere sani, di dar loro un’istruzione………………ma spesso si dimenticano di farli crescere davvero, di renderli consapevoli dei diritti e dei doveri.La scuola combatte e a volte perde una battaglia che ha come obiettivo la crescita personale,l’autostima,la coscienza di sé.Spesso gli adulti pretendono di essere solo insegnanti, di spiegare cosa è bene e cosa è male, cosa va fatto e cosa no e vorrebbero ridurre i ragazzi a oggetto dei loro interventi: io ti spiego un argomento e tu poi me lo ripeti……………………………..Per dare valore ai diritti dei ragazzi invece gli adulti devono renderli protagonisti di attività coinvolgenti, nelle quali far risaltare le capacità di ognuno, devono proporre esperienze significative che toccano il vissuto dei ragazzi ed attraverso queste modalità far passare informazioni e conoscenze.Ecco perché abbiamo scelto le modalità del lavoro di gruppo, della discussione per arrivare ad un progettazione comune di un lavoro,della predisposizione di cartelloni,della proiezione di filmati per dar vita alla Convenzione, per attualizzarla, per renderla parte di un bagaglio che , speriamo, non lascerà tutto come prima, ma entrerà a far parte delle esperienze che non si dimenticano.Ecco perchè abbiamo ascoltato i loro suggerimenti, abbiamo valorizzato le loro capacità, li abbiamo lasciati liberi di esprimersi e ci siamo proposti solo come guida, in un continuo scambio di esperienze,che hanno prodotto questo"programma di approfondimento" A giudicare dai loro commenti, sembra che abbiamo intrapreso insieme una strada piena di strettoie, ma anche a volte a quattro corsie. I docenti
Noi delle classi prime ci siamo soffermati su tutti i diritti dell' infanzia, dividendo il lavoro a gruppi, come sempre. Ogni gruppo ha argomentato su un certo diritto, producendo degli appositi cartelloni con immagini coerenti a ciascun diritto. In questa giornata il leader di ciascun gruppo ha esposto il significato del proprio cartellone a tutti i presenti nella sala Giovanni Paolo II, dove si è svolta la manifestazione. " Perchè non siano solo parole" è il titolo che abbiamo dato a questa giornata perchè dopo di essa abbiamo reso concreto tutto quanto abbiamo appreso svolgendo, con tutta la scuola, un Bingo Intelligente.A raggiungimento di ogni tappa della tombola il vincitore doveva rispondere a domande di contenuto didattico e gli veniva assegnato il premio corrispondente solo in caso di risposta corretta. Il ricavato è stato donato all' Associazione Parada che si occupa dei bambini che vivono nelle fogne di Bucarest, destinati a morire. Questa associazione sostiene i bambini delle fogne di Bucarest portandoli in molti teatri di tutto il mondo a produrre degli spettacoli teatrali.
lunedì 14 febbraio 2011
Noi ragazzi di terza abbiamo partecipato al progetto ' Io lo so... viaggio verso la consapevolezza'.
Tutto incominciò quando le nostre professoresse di lettere ci diedero da leggere per le vacanze di Natale 'Per questo mi chiamo Giovanni'.
Il libro, che insieme alla vicenda del protagonista Giovanni, ragazzino di scuola media, tratta la storia di Giovanni Falcone, è piaciuto a parecchi di noi, perchè , attraverso la figura del coraggioso magistrato, che insieme agli altri magistrati del pool di Palermo ha svelato al mondo l'esistenza e la protervia della mafia, abbiamo imparato che la prepotenza, il sopruso, la
sottomissione sono sempre da contrastare.Abbiamo capito che la Mafia è una “malattia” che si può curare se esiste la volontà della gente a denunciare le ingiustizie e le angherie che ti costringe a subire.
In classe sono venute delle psicologhe per tenere alcuni incontri tesi a farci ragionare sul libro letto.
Con loro abbiamo analizzato un po' il libro e poi ci hanno fatto delle domande riguardante delle parti del libro che riprendevano aspetti della nostra vita. Per alcuni di n oi è stato un modo per esprimerci, dibattere e allo stesso tempo per liberarci e far uscire il nostro vissuto.
All'inizio dell'anno scolastico, noi piccolini, di prima media, invece di iniziare subito con le lezioni tradizionali di grammatica italiana, lettura e comprensione dei brani,poichè ci siamo presentati un po' indisciplinati e "vocianti", abbiamo cercato di condividere le regole di comportamento. Divisi in gruppi ci siamo occupati delle regole della vita in classe, di quelle per l'intervallo, di quelle in palestra e di quelle in mensa.Ogni gruppo ha letto e proposto agli altri le regole che ci sembravano necessarie per poter vivere insieme e, dopo l'approvazione di tutti, ogni gruppo ha predisposto un cartellone.Siccome non è stato facile lavorare insieme, le nostre prof. hanno chiesto ai capigruppo di relazionare alla classe sulle modalità di funzionamento del gruppo, sulle difficoltà di trovare un accordo e sul comportamento di chi sembrava non interessarsi al lavoro. Abbiamo condiviso anche tutte queste analisi e critiche, per cercare di continuare a lavorare insieme in un ambiente sereno e propositivo per tutti. Quanto ci è piaciuto e quanto ci siamo sentiti grandi!!!!!!!!!!!!
giovedì 10 febbraio 2011
Quest' anno noi ragazzi di terza abbiamo portato a termine un progetto iniziato un anno fa.Questo progetto è stato proposto dai "Lion's", che ci hanno aiutato economicamente a costruire DVD e ad allestire una "Giornata dell'Orientamento"
Il nostro progetto, intitolato: " il sogno della terza", parla di ragazzi persi nell' intensità della nebbia; davanti a loro tutto è scuro e nessuno riesce a trovare il suo punto di riferimento; ad un tratto appare un adulto con una bussola in mano, che sarebbe poi il nostro professore.Una bussola che ci avrebbe poi indirizzati al nostro punto d' arrivo: " la scuola".
Arrivando, tutto diventa più limpido; i nostri professori in una sala "slot", che sarebbe poi la nostra classe.Stanno cercando le nostre combinazioni perfette: MENTE, ANIMA E CORPO.
La prof. di matematica inizia a mettersi le mani nei capelli, tanti capelli!! Ma comunque la combinazione...niente da fare!!
Usciamo in giardino, ecco che migliaia di palloncini si alzano in cielo, ognuno di essi ha attaccato all' estremità del filo un biglietto con varie emozioni.
Noi non riusciamo a prendere il palloncino in sè, ma per lo meno riusciamo a strappare il biglietto su cui sono scritte migliaia di emozioni che ognuno di noi deve girare e rigirare fino a trovare l'emozione giusta...
Eccoci arrivati alla fine della nostro sogno.
La combinazione è stata trovata, e ognuno di noi ha imboccato quella che sarà la SUA strada.