Oggi, 20 dicembre 2012, ci siamo gemellati con l'IC di Quistello(MN).
Il paese di Quistello è stato gravemente lesionato dal terremoto del maggio 2012 e la scuola è stata inagibile per molto tempo.
Per questo, per condividere i sentimenti umani di vicinanza e comprensione, abbiamo deciso di gemellarci con gli alunni e gli insegnanti di qiella scuola.
Oggi 2 classi quinte sono venute a trovarci e hanno passato la giornata con i compagni della scuola primaria di Miradolo.
Nel pomeriggio si sono aggiunti anche i ragazzi della secondaria, che, nel frattempo, in mattinata avevano visto un video sulla scuola , la chiesa , il municipio di Quistello prima e dopo il 29 maggio 2012.
Tutti insieme abbiamo cantato , giocato e suonato e poi abbiamo consegnato ai bambini i regali di tutto l'IC di Villanterio( penne, quaderni, fogli, colori.........................)ed i nostri personali,(due lettori DVD )acquistati grazie a mercatini gestiti dalla scuola primaria e dalla secondaria, proprio per raccogliere fondi.
La solidarietà fa bene all'anima e dà un senso al Natale.
giovedì 20 dicembre 2012
giovedì 6 dicembre 2012
Mercatini di Natale 2012
La scuola secondaria di Miradolo Terme sta preparando un mercatino di Natale per
raccogliere dei soldi che serviranno a noi per avere i materiali scolastici. Stiamo
facendo tanti oggetti tra cui:palline di Natale,candele,calendari,biglietti di auguri….
I mercatini di Natale si terranno sabato 15 dicembre in piazza IV novembre, davanti
alla Chiesa. I nostri lavori li stiamo preparano dall’inizio del mese di dicembre e ci
stiamo mettendo molta passione e molto impegno.
Sabato 15 dicembre in piazza
IV novembre (davanti alla chiesa)
A Miradolo Terme! auguri di buon natale!!!!!!
Per i ragazzi terremotati In questo periodo stiamo aiutando molto i ragazzi terremotati anche perché siamo sicuri che se fosse successo a noi quello che è successo a loro , i nostri coetanei delle zone terremotate , si sarebbero dati da fare per aiutare noi . Stiamo facendo un mercatino dell’usato natalizio e stiamo anche facendo un cesto con gli accessori per la scuola che gli mancano tipo : penne , matite , risme e altri materiali.
Furto a Buckingham Palace!
Ad un tratto l’allarme suonò e le sue guardie del corpo si precipitarono al guardaroba; tutti i suoi cappelli erano spariti! Non erano cappelli comuni, ma quelli della preziosa collezione della regina! E li avevano rubati tutti. La regina allora decise di contattare l’investigatore Philip Scanter e il suo aiutante Weedon Scotth per risolvere il misterioso caso. Chi avrebbe mai potuto rubare i cappelli della regina? A Buckingam Palace regnava il caos, tutti cercavano indizi, delle prove, ma il ladro sembrava sparito nel nulla! Ad un certo punto l’investigatore Scanter trovò la finestra scheggiata. Dopo essersi allontanato per cercare altri indizi Scotth trovò nel caveaux, delle impronte, della terra argillosa e un capello lungo e marrone: il ladro si era illuso di trovare lì i cappelli esso aveva circa il numero 43 di piede, ciò vuol dire che si trattava di una persona abbastanza alta ed era entrata dalla finestra laterale della stanza. La regina era distrutta e il suo maggiordomo Reginald la seguiva ovunque cercando di consolarla. Scanter decise così di interrogare ogni persona presente a palazzo. Tutti gli alibi sembravano precisi e credibili. Tutti tranne uno: l’alibi del maggiordomo Reginald. Egli diceva infatti di trovarsi con l’addestratore dei cani, ma quest’ultimo negò. Dopo che Scotth e Scanter ebbero analizzato le prove, l’unico sospettato era Reginald. Quindi decisero di andare ad avvisare la regina, che lo fece arrestare. Un colpo di scena segnò il giorno seguente! Hanna, la cuoca della regina, si era recata in una sartoria a qualche chilometro dal palazzo insieme a suo fratello Erik per fare la prima prova dell’abito da sposo di quest’ultimo. Appena entrarono Hanna notò subito che c’era qualcosa che non andava. Perché il sarto si comportava in maniera insolita e dopo qualche minuto si accorse che l’uomo corrispondeva alla descrizione fornita dall’investigatore Scanter: uomo alto che calzava scarpe di numero 43 circa, con capelli lunghi marroni raccolti in uno chignon. Di ritorno dalla sartoria Hanna informò subito la regina che mandò delle guardie al negozio, il sarto negò tutto dicendo che in quel momento era andato a far compere con la figlia, ma questo non era un buon alibi, perché la figlia era partita per il college. Inoltre aveva della terra argillosa sotto le scarpe: stessa terra trovata nel caveaux. Sfinito allora il sarto confessò, rivelando che aveva un complice: l’addestratore del cani. Quest’ultimo, negando nel suo alibi di essere stato insieme al maggiordomo, voleva incastrarlo. Se la cuoca non l’avesse scoperto avrebbe venduto i cappelli diventando così miliardario! Il ladro e il complice furono consegnati alle autorità; Reginald fu rilasciato dalla prigione e i preziosi cappelli della regina erano salvi. Tutto a palazzo tornò alla normalità persino i cani tornarono vispi e felici!
Sofia e Alessia II B.
URLA SENZA SUONO
In una piovosa mattina di novembre, durante una prova di evacuazione nella scuola media “Michelangelo Buonarroti” sparisce Enrico Giorgi, un ragazzo di 12 anni molto timido e introverso.
Arriva alla scuola a sirene spiegate il commissario di polizia Leo e il suo aiutante Mattei chiamati dalla direttrice Colla per investigare sul gravissimo episodio.
La scena che si presenta agli occhi del commissario è quella di una tipica mattinata in una scuola, l’unica differenza era la marea di alunni radunati tutti nella palestra comunale.
Il commissario Leo sbuffa un paio di volte, si mette in piedi sulla trave e comincia il suo monologo dividendo i compagni di classe di Enrico dal resto degli studenti. Questi ultimi li raduna in una aula angusta e piccola chiedendo loro informazioni precise sulla vita di Enrico.
Il commissario si chiede dove possano essere i genitori di Enrico, perché non erano a scuola? La direttrice risponde che aveva provato a contattarli ma non vi era riuscita.
Enrico piangeva… si lamentava… diceva di non sapere dove fosse sua madre… ma l’uomo continuava ad interrogarlo… a minacciarlo….
Il commissario và quindi a casa di Enrico per conoscere i genitori ma non trova nessuno. Chiede ai vicini informazioni riguardanti i coniugi Giorgi ma nessuno riesce a dargli delle informazioni precise. Sembrano tutti spariti… ma dove?
Nel frattempo arriva una telefonata dal commissariato dicendo che avevano scoperto il cadavere di una donna bionda vicino ad un fiume.
Quando il commissario arriva sul luogo del delitto si presenta davanti una scena orribile: il cadavere della donna è coperto da un telo bianco, ma dal telo si intravede una mano sporca di sangue.
Enrico era rimasto solo… avrebbe voluto urlare… urlare…. non riusciva a capire perché quell’uomo lo trattasse così… eppure si erano voluti bene… avevano passato momenti speciali insieme….
Il commissario stava diventando nervoso e irascibile, come potevano essere spariti i coniugi, dove potevano mai essere? Nel frattempo Leo aspettava i risultati dell’autopsia della donna.
Ritornando all’abitazione di Enrico con il mandato di perquisizione il commissario trova, all’interno di un cassetto una stranissima mappa dove erano indicati due luoghi, un lago e un foltissimo bosco, segnati entrambi da un cerchio. Leo chiama il suo aiutante Mattei chiedendogli di scovare i posti indicati nella mappa.
Enrico sente dei rumori… l’uomo è tornato… sporco di sangue… parla come ipnotizzato ripetendo la frase…”non dovevi farlo” “non dovevi farlo”...
Finalmente Leo ed il suo aiutante scoprono i luoghi indicati dalla mappa e con la sua volante decide di correre a tutta velocità nelle campagne vicine.. Vede un caseggiato… vede anche un’auto.. Apparentemente è tutto tranquillo, parcheggia e si avvicina lentamente alla casa…Guarda all’interno della finestra e vede un ragazzo seduto su una sedia legato e imbavagliato… vicino a lui seduto a terra con le mani sulla testa un uomo che sembrava sconvolto. Decide allora di sfondare la porta ed entrare.
L’uomo lo guarda ma non reagisce… stà piangendo.. e ripete “non dovevi farlo”.
Leo l’ammanetta e libera il ragazzo che urla: “papà cos’hai fatto?”
Arrivati in commissariato Leo scopre che la donna trovata vicino al lago è la mamma di Enrico, va nella stanza dove si trova il papà di Enrico, il sig. Giorgi e comincia l’interrogatorio.
Leo chiese subito spiegazioni al sig. Giorgi e lo accusa di omicidio e sequestro di persona. Lo stesso risponde che le affermazioni del commissario sono del tutto sbagliate perché lui quella mattina era al lavoro ma nessuno poteva confermarlo perché lui lavorava da solo.
Per tutta risposta il commissario gli risponde che avevano trovato la sua fede nuziale sulla scena del crimine.
A questo punto l’uomo è costretto a dire tutta la verità. La moglie aveva scoperto il furto che lui aveva commesso nella banca in cui lavorava e voleva denunciarlo. Giorgi aveva così perso la ragione e l’aveva uccisa. Il figlio invece l’aveva rapito perché voleva scappare con lui in un altro stato.
Il commissario commosso dalla situazione del ragazzo decise di avviare le pratiche di adozione di Enrico, anche lui aveva diritto di vivere la sua adolescenza in tutta serenità.
Lucrezia Dehò
LA MORTE DEI GATTI INNOCENTI
Nel piccolo condominio di San Cobelli un mattino presto si sentii un grido disperato:” I miei gatti … i miei poveri micetti!”: La signora Gattazzi piangeva disperata alla vista dei suoi dodici gatti senza vita. Al suo grido accorsero l’adorato nipotino sveglio ed intelligente e la vicina di casa signora Elisa Spraken che, grazie alla sua esperienza come infermiera nei campi militari tedeschi, appurò che i poveri animali erano morti per avvelenamento.
:”Incredibilen! Erano anni ke non fedefo una strage similen!! Sono morti già da diferse ore, i loro corpi sono freddi”: :”Ma chi può voler così tanto male a dei poveri gattini indifesi??”: Piagnucolò la signora Gattazzi. Michele, mentre cercava di consolare la nonna Arianna , pensava agli altri abitanti del condominio. C’era il DJ Riccardo J-gnam, sempre immerso nella musica assordante e c’era un giovane manager in carriera , chiamato Tommaso Riccomini , serio e ben educato che sembrava pensare solo al lavoro. Michele decise di cominciare a fare qualche domanda al DJ.
Suonò al campanello del suo appartamento e dovette attendere parecchio tempo prima che la porta si aprisse. Si presentò un DJ scapigliato e assonnato che brontolando gli chiese di cosa avesse bisogno. Michele gli raccontò della triste scoperta e chiese se durante la notte avesse udito qualche rumore sospetto.
Il DJ rispose che era rincasato all’alba dopo una nottata nella discoteca “Baldi GoGo” e se qualcuno non gli credeva poteva chiedere conferma alle 200 persone presenti durante la serata. Scocciato per l’ interruzione del riposo chiuse la porta e tornò a letto.
A Michele restava da interrogare solo il manager. Suonò alla porta del signor Riccomini e quasi contemporaneamente quest’ultimo gli aprì.:”Ops .. o ciao Michele … stavo uscendo .. devo correre in ufficio”:
Michele seguendolo quasi di corsa spiegò la situazione e gli fece la stessa domanda fatta al DJ e il manager rispose :” O povere bestiole … giuro che non ho sentito nulla stanotte “: E scappò di corsa verso la sua auto. Michele decise di perlustrare il giardino a caccia di indizi. In mezzo ad un cespuglio trovò un fazzoletto bianco con un forte odore di ammoniaca e aprendolo notò le iniziali TR … Tommaso Riccomini!! Alla sera quando il manager rientrò dall’ufficio trovò ad attenderlo Michele, la signora Gattazzi, la signora Spraken e due carabinieri. Michele gli sventolò il fazzoletto sotto il naso e Tommaso prima si stupì, poi divenne tutto rosso dalla cattiveria:” Non ne potevo più di questi gattacci!! Si strusciavano sempre addosso alle mie gambe riempiendo di peli i miei costosi abiti da lavoro … peli sui pantaloni che finivano nella mia bella macchina e anche nel mio ufficio .. ora non avrò più problemi!!”: e i due carabinieri risposero:2 Questo lo pensi tu”: e lo portarono in caserma.
Alice Pricca Scuola media Miradolo II B
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