Ad un tratto l’allarme suonò e le sue guardie del corpo si precipitarono al guardaroba; tutti i suoi cappelli erano spariti! Non erano cappelli comuni, ma quelli della preziosa collezione della regina! E li avevano rubati tutti. La regina allora decise di contattare l’investigatore Philip Scanter e il suo aiutante Weedon Scotth per risolvere il misterioso caso. Chi avrebbe mai potuto rubare i cappelli della regina? A Buckingam Palace regnava il caos, tutti cercavano indizi, delle prove, ma il ladro sembrava sparito nel nulla! Ad un certo punto l’investigatore Scanter trovò la finestra scheggiata. Dopo essersi allontanato per cercare altri indizi Scotth trovò nel caveaux, delle impronte, della terra argillosa e un capello lungo e marrone: il ladro si era illuso di trovare lì i cappelli esso aveva circa il numero 43 di piede, ciò vuol dire che si trattava di una persona abbastanza alta ed era entrata dalla finestra laterale della stanza. La regina era distrutta e il suo maggiordomo Reginald la seguiva ovunque cercando di consolarla. Scanter decise così di interrogare ogni persona presente a palazzo. Tutti gli alibi sembravano precisi e credibili. Tutti tranne uno: l’alibi del maggiordomo Reginald. Egli diceva infatti di trovarsi con l’addestratore dei cani, ma quest’ultimo negò. Dopo che Scotth e Scanter ebbero analizzato le prove, l’unico sospettato era Reginald. Quindi decisero di andare ad avvisare la regina, che lo fece arrestare. Un colpo di scena segnò il giorno seguente! Hanna, la cuoca della regina, si era recata in una sartoria a qualche chilometro dal palazzo insieme a suo fratello Erik per fare la prima prova dell’abito da sposo di quest’ultimo. Appena entrarono Hanna notò subito che c’era qualcosa che non andava. Perché il sarto si comportava in maniera insolita e dopo qualche minuto si accorse che l’uomo corrispondeva alla descrizione fornita dall’investigatore Scanter: uomo alto che calzava scarpe di numero 43 circa, con capelli lunghi marroni raccolti in uno chignon. Di ritorno dalla sartoria Hanna informò subito la regina che mandò delle guardie al negozio, il sarto negò tutto dicendo che in quel momento era andato a far compere con la figlia, ma questo non era un buon alibi, perché la figlia era partita per il college. Inoltre aveva della terra argillosa sotto le scarpe: stessa terra trovata nel caveaux. Sfinito allora il sarto confessò, rivelando che aveva un complice: l’addestratore del cani. Quest’ultimo, negando nel suo alibi di essere stato insieme al maggiordomo, voleva incastrarlo. Se la cuoca non l’avesse scoperto avrebbe venduto i cappelli diventando così miliardario! Il ladro e il complice furono consegnati alle autorità; Reginald fu rilasciato dalla prigione e i preziosi cappelli della regina erano salvi. Tutto a palazzo tornò alla normalità persino i cani tornarono vispi e felici!
Sofia e Alessia II B.
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